Dignità del bambino e dignità dell'educatore
Un post su internet diceva: "Non importa quanta dignità tu abbia, se un bambino ti passa una tazzina vuota, tu devi bere." Io invece penso che sia importante non fare finta di niente e limitarsi ad assecondare il bambino ma cominciare a scherzare con lui sul fatto che la tazzina è vuota. E' il primo passo verso la consapevolezza. Il bambino prova a vedere se ci si può semplificare la vita facendo finta che le cose siano come vorremmo senza avere a che fare con le scocciature che la realtà porta con sé. Usa la fantasia mischiata all'inganno, come a volte vede fare con gli adulti per non dover fare i conti con la realtà. Penso che l'importante sia valorizzare la fantasia ma sapendo distinguerla dalla realtà. Se ci si gioca sopra non limitandosi ad assecondare il bambino ma creandogli scenari diversi da comprendere ed esplorare che sappiano mediare tra fantasia e realtà senza confonderle sia un gran regalo alla dignità del bambino ... e dell'educatore.
Per l'educatore probabilmente è più semplice limitarsi ad assecondare il bambino evitando anche lui di dover avere a che fare con la complessità della realtà, ma non si capisce perché il gioco (che per il bambino è importante se non di più di un lavoro) non debba essere altrettanto impegnativo per l'educatore. Ugualmente quando l'adulto fa finta di rubare il naso al bambino. Far finta di rubare il naso è nell'ottica detta prima nella misura in cui una volta che il bambino si tocca il naso e ti dice che non è vero tu gli dici "mannaggia mi hai scoperto!!" ma se invece insisti fai lo stesso errore come quando accetti la tazzina vuota come se fosse piena senza giocarci sopra. Ma se il bambino dopo essersi ritrovato il naso dice "ancoooora" il gioco può continuare perché ormai non c'è più alcun dubbio: ormai il gioco è chiaro perché entrambe stanno recitando su un altro livello.
Etichette: educazione, relazioni
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