Pensieri circolari

se i pensieri vanno dritti spesso sbagliano mira

23/10/09

Per mettersi in mezzo (16)

30/7/09
Stamattina grande novità. Ieri sera nella divisione dei compiti Fede ricorda il suo problema al ginocchio per cui non può camminare, ma gli americani sono solo tre e serve una persona per formare una seconda coppia. Così mi propongono di fare coppia con Jes. Ci scherziamo sopra al telefono con Fabio perché lui ha avuto problemi in passato per un sms che finiva con “kisses” per cui gli era stato richiesto di non fare avances. La sera dimenticando il pericolo dovuto al fatto che, come mi avevano detto, lei riteneva sessista che un uomo si offrisse per aiutare una donna, mi ero offerto per aiutarla a lavare i piatti, ed alla fine avevamo anche fatto quattro chiacchiere. Visto lo stato delle relazioni tra i due gruppi mi sembrava già un fatto socialmente rilevante. Che adesso mi proponesse anche di fare coppia con lei quasi mi stupiva. Devo confessare che Jes è la classica ragazza insignificante e non attraente, ma avere la possibilità di interagire con le persone con cui si abita con le quali fino ad ora c'è stata meno della comunicazione indispensabile non mi dispiaceva. Poco dopo però viene fuori che Diana le ha chiesto di fare coppia con lei per fantomatiche necessità legate all'arrivo il giorno dopo di una delegazione, e così vengo accoppiato con Sam, quello che mi aveva sgridato per il mio torso nudo in casa.. Così stamattina l'ho dovuto svegliare alle 6 e mezza, poco prima di partire, perché ha spento per tre volte la sveglia senza alzarsi. Una piccola rivincita.
Lungo la strada riesco ad estorcergli alcune parole, da dove viene, cosa faceva prima di venire qui e poco altro. Tra le varie cose però scopro che non sa dell'esistenza di Genova. Questa è una cosa che mi sta stupendo. Capisco che israeliani e palestinesi non sappiano che esista Genova, per quanto mi viene da addebitare ciò più ad ignoranza dei soggetti che altro, ma quando scopro che sia Jes che Sam non hanno mai sentito parlare di Genova nonostante siano americani da Columbus Day rimango veramente stupito.
Arrivati sulla collina per controllare il passaggio dei bambini, Sam si mette ad ascoltare una radiolina portatile. Dalla BBC vengo a sapere che in Uganda ci sono stati 600 morti e in Sudafrica incidenti sociali. Chissà cosa se ne verrà a sapere in Italia. Finito il radiogiornale in inglese Sam mi fa sentire un “delizioso” recital di una cantante libanese che va per la maggiore, come tiene a precisarmi. Penso che Sam potrebbe benissimo fare il pastore, ne ha lo spirito. Intanto che aspettiamo arrivano da un'altra parte 6 bambini ed un asino che stanno andando al summer camp. Alle 7 del mattino hanno già accompagnato il padre con le pecore per un pezzo e poi hanno continuato per il villaggio. Hanno già fatto mezz'ora di cammino e adesso ne faranno un'altra. Mi domando cosa mi direbbero i miei figli se gli suggerissi una cosa simile. Ci dicono che il padre dovrebbe arrivare tra non molto con il gregge e così rimaniamo anche se nel frattempo i bambini di Tuba sono passati dai capannoni delle galline. Dopo un po' però Sam telefona al pastore, visto che non lo vediamo arrivare, e lui lo rassicura, chiedendogli di rimanere a controllare che non arrivino coloni dalla strada, ma scusandosi perché le pecore sonio stanche e non hanno voglia di arrivare fino da noi. Un po' come quando in ufficio c'è la connessione lenta, sono gli incerti del mestiere.
Tornati al villaggio vado alla scuola dove è previsto lo spettacolo di fine summer camp. Luca e Giuse vestiti da pagliacci fanno giocolerie mentre Ila e Fede fanno pupazzi con i palloncini rubando la scena ai clown. Ancora una volta vedo messa in pratica la “pedagogia del tubo”. Gli animatori arabi del summer camp girano muniti di un tubo nero di gomma abbastanza spessa di quelli che i pastori usano per controllare le pecore e gli asini. Quando qualche bambino è fuori posto lo “accompagnano” con il loro tubo e se non si muove abbastanza in fretta l'accompagnamento è un po' più convincente. Nei giorni scorsi, poi, ho visto il capo degli animatori, un ragazzo che viene da una cittadina vicina, inseguire alcuni bambini che avevano combinato qualcosa e quando ne ha preso uno gli ha stretto il braccio e con il tubo gli ha mollato tre solide nerbate sulla mano. Chissà cosa ne penserebbe don Milani di questi metodi educativi?
Nel pomeriggio è arrivata la delegazione di americani, un po' simile a quella di italiani passata nei giorni scorsi. Questi in effetti stanno facendo una specie di training in vista di un loro futuro utilizzo in contesti analoghi. Così in questi giorni i servizi li faranno loro e noi domani abbiamo un giorno libero.
Alla sera mi lancio. Sono un po' stufo di mangiare ogni sera pasta con le melanzane e insalata di pomodori, cetrioli e peperoni. Così mi offro e faccio il “pesce finto”, patate bollite schiacciate e mischiate ad una scatoletta di tonno, ricoperte con uno strato di maionese fatta a mano e guarnito a forma di pesce con olive verdi. Peccato che quando ho versato il tonno nelle patate è spuntato in mezzo al tonno un peperoncino rosso confezionato nella scatola. Fortunatamente le patate erano abbastanza da contrastare il piccante.

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