Pensieri circolari

se i pensieri vanno dritti spesso sbagliano mira

23/10/09

Per mettersi in mezzo (10)

24/7/09
Non ho mai visto così tante albe una dietro l'altra. Mi è capitato di vederne una ogni tanto ma raramente due di seguito. Qui ogni giorno vedo l'alba, alla faccia di “Ecce bombo”.
Oggi io e Miki torniamo nel posto dove sono arrivati i coloni mascherati. Andiamo di nuovo ad accompagnare i pastori.  Questa volta però passiamo per la “bypass road” che è più rapida ma potrebbe fermarci la polizia. Quando arriviamo in zona mi prendo una storta e comincio a zoppicare. Mi faccio un massaggio e la caviglia ricomincia a funzionare normalmente. Meglio così, non avrei voluto essere di impiccio. Cerchiamo il gregge ma nel solito posto non c'è. Io sento un belato nella direzione della volta scorsa ma andando lì non troviamo niente. Mi infastidisco perché Michele non sembra credere che abbia sentito il belato ma poi risulta che ha ragione lui e probabilmente io ho sentito l'eco di un belato in quella direzione.
Raggiungiamo il gregge e troviamo tre ragazzini a pascolarlo. Sanno parlare un pochino di inglese e così' riesco a scambiare qualche parola.
La prima cosa che mi chiedono, ovviamente, è il nome. Poi da dove vengo e mi rendo conto che quasi nessuno da queste parti, palestinesi o israeliani, ha mai sentito parlare di Genova. Eppure io conosco benissimo cittadine come Ramallah o Hebron ma purtroppo non le conosco per le loro bellezze turistiche.
Il passo successivo è di chiedermi come si chiama mio padre. Non penso di aver citato il nome di mio padre tanto volte negli ultimi venti anni, neppure in occasione della sua morte. E poi mia madre. L'ordine è sempre quello: io, padre, madre, fratelli, moglie, figli. Gli chiedo i loro nomi e poi la loro età. Quella a me non la chiedono quasi mai, forse per discrezione. Mi dicono che hanno tutti e tre 14 anni. E' dalle 7 di stamattina che stanno accompagnando .il gregge del loro padre e ne avranno per almeno 3 o 4 ore. Mi domando se dicessi ai miei figli di andare con il gregge nel sole torrido in una valle sassosa e spoglia per 3 ore a pascolare il mio gregge cosa mi direbbero. E forse giustamente. Ma questi ragazzini non sembrano arrabbiati, stanchi, annoiati. Anzi, sorridono spesso con un sorriso ampio e disteso. E' una cosa che fa effetto notare l'allegria di questi bambini rispetto all'apatia dei nostri. Quante volte sentiamo dire dai nostri figli “non so cosa fare” pur avendo dei magazzini di giochi accatastati nelle loro stanze mentre questi bambini che vengono nel nostro cortile per farsi dare le bottiglie di plastica dell'acqua per andarci a giocare per strada sorridono sempre allegri, sempre pronti a fare una corsa o a chiamare un altro bambino. Sicuramente qui i piccoli sono messi peggio, le prendono da tutti e con poca finezza, ma gli adolescenti sono attivi, intraprendenti, scaltri, proprio quello che serve alle società occidentali per riuscire a sopravvivere.
Noto che quando le pecore si attardano su uno dei cespugli e concentrate a destreggiarsi tra le spine perdono il contatto col gregge, quando se ne accorgono prima di tutto si riuniscono al gregge e solo dopo ricominciano a mangiare. Quanto è rassicurante il gruppo di appartenenza, anche se accompagna al mattatoio.
Anche gli animali qui le prendono da tutti. Faranno anche una vita brada e sana, ma prendono botte da tutti per qualsiasi motivo. Mi viene da pensare alla mitologia dell'allevamento ruspante che sento fare da ecologisti nostrani. Potessimo intervistare una pecora palestinese e una pecora nostrana chiedendogli chi è più soddisfatta tra quella nostrana messa all'ingrasso in una vita insulsa o quella palestinese sfiancata da una vita dura chissà cosa verrebbe fuori. O forse basta fare la stessa domanda ai relativi proprietari.
Tornando a casa ci ferma la polizia. Ci chiede da dove veniamo e poi i passaporti. Ci chiedono se stiamo andando al villaggio. Scopro poi che Miki ha già incontrato lo stesso poliziotto nero in un precedente controllo proprio nel villaggio. Ci facciamo identificare senza fare tante storia. Quando gli chiedo se ci sono problemi mi dicono che è un controllo di routine. Chissà se mi daranno più il permesso per tornare in Palestina?
Nel pomeriggio arrivano Ale e Fede. Tornerò domani con loro dopo una giornata che si preannuncia molto movimentata.

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