Quando i presidi sceglieranno i docenti della propria scuola.
La riforma sedicente della "Buona scuola" prevede con una certa gradualità di instaurare a poco a poco una totale discrezionalità di scelta dei docenti di una scuola da parte dei dirigenti scolastici.
Per ora si tratta di poter selezionare tra i precari ma in seguito anche tra i vincitori di nuovi concorsi.
Diciamo che si vede che chi ha scritto la norma non ha presente i criteri di scelta che verrebbero adottati dai dirigenti scolastici. Non certo i più capaci verrebbero scelti, ma se va bene i più fedeli e ossequiosi.
Quella che manca in Italia è l'etica del bene comune. Dalle altre parti dove viene premiato realmente il merito c'è una percezione di bene collettivo (a vari livelli di collettività) che guida le scelte. Da noi ciò è quasi del tutto assente non solo per il malaffare ma perfino su basi etiche. Quante volte abbiamo sentito di incapaci promossi perché "tengono famiglia". A questi si aggiunge la barbarie familistica (quanti parenti vengono nominati, magari dicendo che "dei miei familiari mi fido"). Per non parlare dei dirigenti incompetenti nominati con criteri che col merito non hanno niente a che fare.
Ho appena avuto proprio l'esperienza di un dirigente scolastico che ha fatto una selezione in maniera indegna e che si è pure offeso quando gli ho fatto notare le sue scorrettezze e incapacità. Se fosse il dirigente della mia scuola a questo punto sicuramente non mi sceglierebbe più riconoscendo i miei titoli.
Dando il potere a uno solo non si eviterebbero gli incapaci e non si valorizzerebbero solo i capaci. Alla fine il conto tra capaci e incapaci sarebbe analogo ma in più si perderebbe il potere di riconoscere la scorrettezza. L'unica cosa che evita all'Italia di esplodere è che gli onesti possono ogni tanto dire che il disonesto è stato smascherato (anche se non ha sicuramente subito alcuna punizione ma spesso è stato promosso). Se il disonesto può decidere le scorrettezze in maniera legale è la fine.
Si sente dire che nella scuola ognuno fa quello che vuole e nessuno può controllare. A parte che la libertà di insegnamento "chissà perché" è prevista dalla Costituzione, tra qualcuno, come questo governo, che in maniera organizzata distrugge il bene comune e una comunità in cui ognuno fa quello che gli pare preferisco la seconda. Il primo colpo basso alla scuola, per altro, l'ha dato, con la scusa del premio al merito, Giovanni Berlinguer, quando è stato ministro, cominciando a distinguere e dare piccole mance a quelli che facevano qualcosa più degli altri. Alla fine chi faceva di meno ha smesso di fare perché il riconoscimento negato negava anche l'impegno e chi faceva di più ha smesso di fare vista l'esiguità del riconoscimento. Molte volte le soluzioni sono peggio del problema.
C'è una cosa che mi ha sempre stupito. Gli insegnanti sono una categoria poco italiana. Mentre ho sentito di medici che hanno alti stipendi e nonostante questo fanno visite private magari in nero per dare l'accesso al servizio pubblico, ho sentito di dirigenti pubblici che si sono fatti dare mazzette per appalti truccati, non ho mai sentito di insegnanti che chiedano dei soldi, pochi o tanti, per modificare le loro valutazioni. Mi ha sempre stupito che ciò non avvenga nonostante a volte siano perfino gli studenti a proporlo. Penso sia utile provare a capire il motivo di questa anomalia.
E anche per la presenza di quella parte di docenti che incarnano lo spirito italiano, non poche volte mi sono dovuto impegnare perché nella valutazione del merito non venisse intromessa la valutazione sulla docilità dello studente. "Capitano mio capitano" in Italia sono in molto pochi a gridarlo perché ci sono pochi professori che ti lasciano salire sulla cattedra.
Ci sono anche dei docenti che hanno sistemi di valutazione discutibili o ingiusti, ma sono una risicata minoranza,
Qualche anno fa ad una cena con ex studenti uno di loro mi ha sgridato dicendomi "Voi professori ci avete ingannato facendoci credere che finita la scuola avremmo trovato un mondo in cui le persone venivano valutate secondo il loro merito come a scuola, ma invece poi scopri che nel mondo il merito non conta." Gli ho dato ragione dicendo "Avremmo dovuto dirvi che fuori le cose sono peggio che a scuola". E i dirigenti che scelgono da soli sono il fuori che entra a scuola.
E poi, i dirigenti chi li valuta?
Etichette: democrazia, educazione, legalità, scuola
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