Le infrastrutture, i loro costi e la loro utilità.
Uno dei problemi delle grandi infrastrutture è la manutenzione e la loro dismissione eventuale.
Eppure si continua a pensare come se le costruzioni fossere eterne come se bastasse costruirle perché rimangano funzionali all'infinito. Le persone si illudono di avere a che fare con opere eterne ma le garanzie date dai costruttori delle opere, sapendo che sono temporanee e arrivando perfino a prevederne una durata massima, arrivano a pochi decenni,.
Così la risposta più stupida che si può dare al crollo di un ponte è "costruiamo una nuova autostrada" come la Gronda. Così il problema delle vecchie autostrade rimane e se ne aggiunge quello della manutenzione della nuova. E il territorio continua a riempirsi di spazi e strutture abbandonate e fatiscenti.
Le infrastrutture devono essere il meno possibile per svolgere il loro scopo con una eventuale attenzione a contenere situazioni di emergenza e quelle che servono veramente in modo da mantenerle efficienti e funzionali. Invece, soprattutto in Italia, le infrastrutture spesso vengono costruite soprattutto per fare guadagnare chi le costruisce invece che per dare un servizio che serve.
La gronda sarebbe un potenziamento inutile. Già quando si è cominciato a parlare di Gronda i dati di Autostrade mettevano in evidenza che solo il 20% del traffico era di passaggio e non era attestato su Genova. E la Gronda poteva intercettare solo quel traffico, per di più facendo aggiungere qualche decina di chilometri alla percorrenza con il rischio che il navigatore consigliasse il percorso più breve nonostante le frecce mandassero a spigolare su per i monti, rendendo ulteriormente vana la infrastruttura aggiunta.
Mi ricordo i dibattiti quando ero consigliere comunale e si discuteva del PRG. Il ponte Morandi già a metà degli anni 90 era una patata bollente che nessuno voleva. Autostrade voleva levarselo e darlo al Comune con la scusa di costruire la Gronda ma il Comune non voleva averlo in carico perché costava troppo mantenerlo e proponeva di farlo demolire ad Autostrade per sostituirlo con la Gronda. Ma Autostrade non voleva perché demolirlo e sostituirlo costava troppo. Non a caso Autostrade la Gronda non voleva farla a sue spese. Così si è andati avanti facendo tapulli sul ponte come tutti gli abitanti di Certosa e del Campasso sanno per le notti passate a sentire i martelli pneumatici nei cantieri del ponte.
Eppure si continua a pensare come se le costruzioni fossere eterne come se bastasse costruirle perché rimangano funzionali all'infinito. Le persone si illudono di avere a che fare con opere eterne ma le garanzie date dai costruttori delle opere, sapendo che sono temporanee e arrivando perfino a prevederne una durata massima, arrivano a pochi decenni,.
Così la risposta più stupida che si può dare al crollo di un ponte è "costruiamo una nuova autostrada" come la Gronda. Così il problema delle vecchie autostrade rimane e se ne aggiunge quello della manutenzione della nuova. E il territorio continua a riempirsi di spazi e strutture abbandonate e fatiscenti.
Le infrastrutture devono essere il meno possibile per svolgere il loro scopo con una eventuale attenzione a contenere situazioni di emergenza e quelle che servono veramente in modo da mantenerle efficienti e funzionali. Invece, soprattutto in Italia, le infrastrutture spesso vengono costruite soprattutto per fare guadagnare chi le costruisce invece che per dare un servizio che serve.
La gronda sarebbe un potenziamento inutile. Già quando si è cominciato a parlare di Gronda i dati di Autostrade mettevano in evidenza che solo il 20% del traffico era di passaggio e non era attestato su Genova. E la Gronda poteva intercettare solo quel traffico, per di più facendo aggiungere qualche decina di chilometri alla percorrenza con il rischio che il navigatore consigliasse il percorso più breve nonostante le frecce mandassero a spigolare su per i monti, rendendo ulteriormente vana la infrastruttura aggiunta.
Mi ricordo i dibattiti quando ero consigliere comunale e si discuteva del PRG. Il ponte Morandi già a metà degli anni 90 era una patata bollente che nessuno voleva. Autostrade voleva levarselo e darlo al Comune con la scusa di costruire la Gronda ma il Comune non voleva averlo in carico perché costava troppo mantenerlo e proponeva di farlo demolire ad Autostrade per sostituirlo con la Gronda. Ma Autostrade non voleva perché demolirlo e sostituirlo costava troppo. Non a caso Autostrade la Gronda non voleva farla a sue spese. Così si è andati avanti facendo tapulli sul ponte come tutti gli abitanti di Certosa e del Campasso sanno per le notti passate a sentire i martelli pneumatici nei cantieri del ponte.
Etichette: ambiente, infrastrutture, trasporti