Pensieri circolari

se i pensieri vanno dritti spesso sbagliano mira

24/09/10

Giustiziare?

Ma cosa c'è di giusto e di giustizia nel giustiziare un condannato a morte? Diciamo uccidere, ammazzare, ma non giustiziare.
Neppure se avesse ucciso mia figlia penso che ammazzare l'assassino avrebbe a che fare con la giustizia. Uccidendolo non la farei resuscitare, mi metterei sul suo stesso piano e darei un buon motivo ai chi gli voleva bene di uccidere me. Ciò che cambia è solo chi inizia ad ammazzare. Sono convinto che la società debba proteggere le persone da chi potrebbe uccidere e fare violenza, come non ha fatto con quella madre che ha convinto la figlia a denunciare il suo stupratore e che è stata uccisa per questo, ma ci sono ben altri mezzi che ammazzare i colpevoli.
E questo anche non considerando tutti gli innocenti che sono stati "giustiziati" per degli errori o solo perché non abbastanza forti per difendersi come quando si arriva ad ammazzare il mandante, sempre che lo fosse, e a dare l'ergastolo a chi ha premuto il grilletto.

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23/09/10

Burqa

A me le donne con il velo, e ancor più il burqa, fanno tristezza ma penso che se vogliono mettersi il burqa siano libere di farlo come chi vuole mettersi la minigonna.
Cosa pensereste se una tribù africana che gira tutto il giorno nuda imponesse agli antropologi che la vanno a studiare di mettersi nudi se vogliono stare nel villaggio?
E non si dica che è un problema di sicurezza perché allora si devono proibire i caschi integrali o le sciarpe negli stadi. La legge afferma che non ci si può nascondere ma poi in molte situazioni la cosa non viene fatta rispettare (vedi Carnevale di Venezia, tifosi allo stadio, caschi integrali e passamontagna e mute per il freddo).
Ma siamo sicuri che proprio tutti i mariti impongano alle loro mogli il burqa, come se fosse inconcepibile che qualcuno possa mettersi un velo in testa di sua spontanea volontà?
O forse non è che mogli e mariti si limitano a sottostare a tradizioni che non vogliono mettere in discussione. Quante anziane donne sarde ancora tengono il velo nero quando escono non perché glielo impone il marito ma magari proprio per il lutto per il marito morto? Nessuno teoricamente lo impone, eppure ... e se qualcuno imponesse loro di levarsi il velo come vivrebbero la cosa? Non si sentirebbero forse violentate dal non poter mettere il velo nero? Ricordo che molte suore tengono il velo per loro scelta e se lo perdono si sentono più nude che Belen con le tette al vento.
E se anche molte donne mettono il burqa solo per una tradizione (e non necessariamente perché il marito glielo impone con la forza visto che le vedove si tengono il burqa pur non avendo più il marito) arrivo a pensare che alcune donne col burqa lo considerino una forma di protezione che evita loro di doversi confrontare con le altre donne sul piano estetico.
Torno a ribadire che ritengo il burqa (ma anche il velo) una cosa triste e brutta, ma se è per quello trovo ancora più brutto vedere certe persone orribilmente grasse o magre ma non per questo penso di proibire alle persone obese di presentarsi in pubblico e le costringo a chiudersi in casa come potrebbe succedere alle donne che vogliono tenere il burqa. Eventualmente, se non è una loro scelta, farò di tutto per liberarle ma non costringendole a trovarsi schiacciate tra due obblighi opposti che raddoppiano la violenza subita.
Se voglio evitare che qualcuno imponga ad altri di fare le cose non posso mettermi io ad imporre di fare il contrario. Quello che posso fare è intervenire su chi impone la propria volontà agli altri. Altrimenti sarebbe come se per evitare la schiavitù facessi una legge che proibisce alle persone di farsi schiavizzare invece di perseguire chi schiavizza. Pura ipocrisia.
Per l'infibulazione la cosa è più grave anche se analoga. Non è certo punendo chi viene infibulata che si risolve la questione. L'intervento deve essere di ben altro tipo, intervenendo su chi impone l'infibulazione.
Inoltre bisogna osservare che l'infibulazione non viene fatta a donne ma a bambine che come tali devono essere difese come tutti i minori e quindi il problema è ben diverso. Se una donna accettasse di farsi infibulare penso che sarebbe libera di farlo come le persone che si fanno piercing o interventi simili anche menomanti. Se invece una donna viene costretta con la forza a farsi operare ovviamente dovrei perseguire chi la costringe e non potrei certamente accontentarmi solo di proibire l'operazione, magari arrivando a perseguire la donna che oltre ad avere subito l'operazione con la forza si trova anche a subire la persecuzione per avere agito illegalmente.
Queste imposizioni molto spesso sono una violenza bella e buona su una vittima che non sa o non ha la forza per difendersi e che non trova neppure chi la difende.
Non mi pare che nessuno abbia mai messo un divieto agli schiavi di sottomettersi per abolire la schiavitù ma eventualmente si è pensato di punire chi riduceva gli altri in schiavitù. Così non è proibendo alle donne di mettere il velo che le si libera, ma punendo chi costringe le donne a fare ciò che non vogliono.
Se non si riesce a distinguere tra la vittima e il carnefice e invece di prevedere delle pene per i carnefici che costringono altri a fare ciò che non vogliono si pensa di risolvere tutto, proibendo alle vittime di subire le violenze non faccio che adottare una "bellissima" iniziativa del tutto ipocrita che non fa che aumentare la vessazione nei confronti delle vittime. Forse che una donna che non mette il burqa perché la legge lo vieta non verrà corrosa dall'acido che il marito le tirerebbe addosso? O invece non è più facile che eviti di essere ferita se si mette a parlare civilmente col marito invece che a sfidarlo per rispettare la legge impostale da dei benpensanti occidentali.
E se proprio si ritiene un problema di sicurezza avere persone col viso coperto si può fare una legge come in Italia che proibisce di coprirsi il volto in pubblico e quindi non serve una legge apposta per il burqa ma servirebbe, nel caso, al contrario affermare nella legge che a carnevale siamo tutti buoni e quindi nessuno col viso coperto è pericoloso e si può andare in giro mascherati, anche col burqa. Ma se non si scrive questo bisognerebbe essere coerenti e impedire alle mascherine di girare per le calli.
Se invece non si ha una legge per qualsiasi travisamento vuol dire che in quel paese le persone a viso coperto non sono considerate un problema e quindi non ha senso fare una legge per il burqa.
Contrariamente a chi vuol perseguire chi mette il burqa o il velo sarebbe da perseguire chi impone agli altri come vestirsi (che sia il marito con la moglie ma anche il capufficio con i dipendenti o chi scrive a regolamento che l'uscere del Parlamento deve impedire a chiunque di entrare senza giacca e cravatta. Io per pratica e per principio non metto la cravatta (non l'ho messe neppure al mio matrimonio) ma per questo motivo mi viene impedito di assistere al momento che dovrebbe essere più alto della democrazia in Italia, le sedute parlamentari. Se fossi donna (o travestito) non avrei problemi a vestirmi come mi pare, ma essendo identificato come maschio mi viene imposta la giacca e la cravatta per poter entrare nell'aula. Suppongo che se mi vestissi da sacerdote nessuno mi richiederebbe giacca e cravatta ma se arrivassi vestito da mullah penso che mi caccerebbero come se vado vestito da normale cittadino che va a lavorare.

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