Pensieri circolari

se i pensieri vanno dritti spesso sbagliano mira

22/05/12

Prendersi sul serio

Mi domando come ragionano gli almeno 13.232 elettori che hanno votato Doria al primo turno e non l'hanno votato al secondo. Posso capire che gli altri non lo abbiano votato o quelli che si raccontano che il voto non serve perché se servisse sarebbe illegale e non vanno a votare neppure al primo turno, ma una volta che lo hai votato al primo turno mi sembrerebbe il minimo di andare a votarlo al secondo. Ho sentito dire da alcuni che il ballottaggio è inutile, ma mi domando se a Parma, Palermo o Cantù pensano la stessa cosa. Gli elettori che non sono andati a votare sono la metà del divario tra Musso e Doria e se il triplo di quelli che non sono tornati a votare avessero pensato così, Doria, che evidentemente volevano facesse il sindaco visto che lo hanno votato al primo turno, non sarebbe stato eletto. E bisogna considerare anche che quelli che non sono tornati a votare sono di più dei 13.232 perché sono convinto che almeno un certo numero che ha votato M5S o altre liste sono andati a votarlo al secondo turno, visto che almeno apparentemente Doria più di Musso poteva garantire alcune delle loro richieste (penso a Gronda o TAV). Vuol dire non sapere neppure fare i propri interessi. Posso capire disinteresse e brontollii, posso condividerli o meno, ma mi pare che le persone semplicemente manchino della logica e di una coerenza minime che sono alla base di una serietà nell'affrontare le cose che si afferma di tenere in conto. A volte, pensando a come gli italiani affrontano la politica, mi vengono in mente i discorsi che si fanno riguardo ai paesi che escono dalle dittature in cui le persone si "disabituano alla politica".

Etichette: , ,

19/05/12

Il vero terrorismo

Questi sono i veri terroristi, uccidono ragazzi semplici che vanno a scuola. Intendo che il terrore è una paura che non trova motivo nei propri atti. Il poliziotto che va ad arrestare un delinquente avrà paura ma è cosciente del rischio che corre, il soldato che esce dalla trincea sa il rischio che sta affrontando, ne ha paura, ma sa che ciò che rischia dipende da ciò che fa. Il magistrato che mette in galera dei delinquenti sa che rischia la loro reazione. Il dirigente d'azienda (o anche il politico) che fa scelte che possono mettere a rischio posti di lavoro, che distruggono risorse comuni, che in qualche maniera attaccano il benessere di altri sa che rischia la rivolta. Sonio tutte azioni deliberate di cui si può aspettare le reazioni. Uno studente che va a scuola non sta facendo nulla per cui dovrebbe rischiare di morire e un atto come quello serve solo a terrorizzare. Wikipedia scrive "Il terrore è uno stato di paura incontrollabile per un pericolo imminente ma non necessariamente reale", è vivere nella paura senza sapere perché. Ovviamente non sto inneggiando alla gambizzazione, anche perché penso che sia strumentalmente e opportunisticamente a favore di chi intende reprimere coloro che si afferma di volere "difendere" gambizzando. L'attentato di oggi alla scuola di Brindisi intitolata a Falcone e Morvillo nel giorno del passaggio per la città della Carovana Antimafia può intimorire una intera società, convincere che è meglio non intitolare le scuole a Falcone in modo da farlo dimenticare, non fare Carovane che chiamano la popolazione a chiedere si combatta la criminalità organizzata per non mettere a rischio l'intera popolazione e tutto questo per fare in modo che ci sia meno richiesta di repressione della delinquenza organizzata. In questi casi si è ad un bivio, arroccarsi e impaurirsi come vogliono coloro che mettono le bombe o reagire consapevolmente con coraggio trasformando il terrore in una lotta consapevole. Gli attentatori giocano di azzardo, se gli va bene la gente comincia a dire che è meglio non intitolare le scuole a Falcone, Borsellino o altro come loro, ma se trovano coraggio rischiano di essere repressi molto più di prima.

Etichette: , , , ,